Storia del cappotto femminile

storia del cappotto femminile

Storia del cappotto femminile

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Conoscete la storia del cappotto femminile? Il cappotto è senza ombra di dubbio uno degli indumenti più flessibili a cui nessuna donna è pronta a rinunciare. Nell’armadio di tutte con l’arrivo dell’autunno questo capo riappare con tutta la sua iconica presenza, pronto tanto a riparare dal freddo quanto a mostrare il nostro stile.

Se volete saperne di più riguardo questo caposaldo dell’outfit invernale e sulla sua evoluzione, dalle origini fino ai giorni nostri, oggi vi raccontiamo la sua storia. Indispensabile per coprirsi durante la stagione fredda, è anche un ottimo strumento per esprimere le proprie tendenze in campo di stile. Il suo utilizzo non è mai fuori moda e si adatta grazie alla sua grande versatilità a qualsiasi gusto abbiate riguardo tagli, forme e colori.

La storia del cappotto femminile è legata, come quella di tutti i capi di abbigliamento più usati e conosciuti, agli usi e costumi che si sono via via intervallati nel corso della storia. Gli alti e bassi della moda, così come i cambiamenti sociali e culturali, hanno senza ombra di dubbio influenzato la sua evoluzione.

I modelli più attuali sono frutto di una lunga evoluzione, come si può ben immaginare. Non sono solo gli stravolgimenti sociali i diretti responsabili di questa evoluzione ma anche le innovazioni tecnologiche hanno giocato un ruolo fondamentale.

Le origini del capo must have di ogni donna

La storia del cappotto femminile affonda le sue radici nel XVIII secolo. In quegli anni è infatti nato il cappotto nelle sua forma più classica, per come lo conosciamo oggi. Nel 1700 veniva utilizzato dalle donne per le uscite a cavallo.

Si trattava di un cappotto non troppo lungo, ispirato per taglio e stile alla sua originaria versione maschile. Nella sua variante femminile arrivava fino al ginocchio, per accorciarsi nel tempo fino a diventare una giacca ma più pesante, comoda e pratica per poter cavalcare agilmente e allo stesso tempo robusta abbastanza per potersi proteggere dal freddo. Solitamente l’outfit classico prevedeva di abbinare, sotto al cappotto, un gilet altrettanto lungo.

Alla fine della seconda metà di quello stesso secolo, all’incirca negli anni settanta, fece la sua comparsa il redingote un impermeabile con lunghe maniche e caratterizzato da una notevole lunghezza, arrivava infatti fino al pavimento. Anche questo capo, conosciuto anche come pastrano, prendeva ispirazione da una corrispondente versione nella moda maschile. Era corredato da un corpetto aderente ed il suo utilizzo era previsto solo come capo diurno, adatto alle camminate o ai viaggi in carrozza ma non idoneo alle cavalcate. Nei momenti in cui il maltempo si faceva più aspro, le donne erano solite usare scialli o mantelle.

La rivoluzione della storia del cappotto femminile nell’Ottocento

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Nell’ottocento la moda conobbe un vero e proprio stravolgimento in termini di attenzione alla linea, alle forme e ai colori. Sono questi gli anni in cui il concetto di stile ha cominciato a trasformarsi nella moda che conosciamo oggi. Anche la storia del cappotto femminile si è evoluta di conseguenza con modelli e forme che si sono susseguiti durante tutto il secolo.

Nei primi anni dell’Ottocento il cappotto prese il nome di doglietta, la sua forma ricordava quella di una vestaglia perché era morbido e largo sul corpo. Trattandosi di un capo di lusso, era prodotto con tessuti di alto prestigio. Al suo interno veniva cucita una pelliccia o altre imbottiture per renderlo idoneo al suo scopo durante l’inverno.

Da questo stesso modello sono nati tanti altri tipi di indumenti, un esempio è lo spolverino, che deve il nome al suo ruolo principale di riparare i vestiti dalla polvere. Sempre in quegli anni fecero la loro comparsa le giacche Spencer. Erano facilmente riconoscibili per la loro aderenza e la loro lunghezza, arrivavano infatti fino a metà schiena.

In questo periodo si sono susseguite brevi tendenze come quelle dei pelisses o delle mantelle abbinate agli abiti con maniche a palloncino, mode durate all’incirca una trentina d’anni. Vennero sostituiti da cappotti con corpetti aderenti e giacche arricchite da pellicce in vista, piuttosto che come semplice imbottitura. Tra gli anni 70 e 90 divennero ufficialmente più celebri e indossati i cappotti lunghi, almeno sotto il ginocchio.

Il cappotto nel Novecento, tra status symbol di ricchezza e boom economico

Il 1900 è il secolo in cui finalmente il cappotto acquisisce caratteri marcatamente raffinati ed eleganti. Allungato fino all’altezza delle caviglie, viene arricchito da pizzi e ornamenti vari al fine di renderlo del tutto ad appannaggio della donna.

Nei primi anni di questo secolo erano diffusi i capotti alla cosacca, ispirati a quelli militari dei soldati russi. Negli anni trenta tutti gli stilisti strizzano l’occhio alla moda francese e allo stile delle grandi attrici americane. I modelli sono eleganti e sognanti, caratterizzati dalla loro morbida raffinatezza.

Con l’arrivo della guerra anche la storia del cappotto femminile ha dovuto ridimensionare i costi. La produzione si è adattata a materiali più scadenti e i modelli sono diventati molto più pratici e anonimi. Lo stile sembrava quasi voler riflettere il duro momento che la società tutta stava vivendo. Solo negli anni ’60, grazie all’industrializzazione di massa e al conseguente crollo dei prezzi delle materie prime il cappotto è tornato ad essere alla portata delle masse.

Gli anni ’70 sono caratterizzati dagli iconici mini cappotti, in linea con l’altezza delle minigonne, oltre che da modelli ibridi e popolari. Negli anni ’80 invece hanno spopolato i così detto cammelli, modelli morbidi con cinta leggera generalmente, appunto, color cammello.

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La storia del cappotto femminile fino ai giorni nostri

Negli anni ’90 il cappotto si è trasformato in un indumento sempre più semplice e pratico. Si è fatto conoscere infatti in una veste maggiormente moderno e innovativo, squadrato e lineare. In questi anni inoltre si è trovato contendersi sempre di più il primato con il piumino. Anche vari modelli ispirati all’abbigliamento militare hanno conosciuto la loro fama in questo decennio.

A partire dagli anni 2000 l’evoluzione di questo capo ha cominciato a fare qualche passo indietro nella storia. Ha infatti iniziato ad acquisire ispirazione da decenni passati con attacchi di nostalgia retrò. Ciò che più caratterizza la storia del cappotto femminile dell’ultimo ventennio è la fantasia sfrenata. Gli stilisti usano infatti i colori più disparati, a differenza dei colori più classici dal nero, al blu fino al marrone.

Dopo questo viaggio nella storia del cappotto ti è venuta una voglia matta di comprarne uno? Leggi il nostro articolo su come abbinare i vestiti da donna per non sbagliare e comprare quello perfetto per il tuo stile!